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Il Natale in Umbria,
terra di San Francesco
Vera Lúcia de
Oliveira (Maccherani) |
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Per un
brasiliano, l’inverno europeo ha sempre un grande fascino.
Lo stesso si dica delle feste di Natale e Anno Nuovo,
passate fra familiari e amici in case addobbate per
l’occasione, rallegrate da scoppiettanti camini e candele
profumate. Nelle strade e sugli alberi che hanno già perso
le foglie, lampadine di ogni tipo e colore illuminano la
notte fredda e ravvivano le cene di gala, dove fanno bella
mostra tovaglie rosse e bianche, posate e piatti finissimi,
pietanze e leccornie che non si vedono negli altri giorni
dell’anno, dolci di ogni tipo e sapore, vini e spumanti
pregiati, abbracci
affettuosi
fra parenti che si rincontrano.
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Per gli italiani, il Natale è
senza dubbio la festa più importante dell’anno,
profondamente sentita dalle famiglie, con il rito della
Messa di Mezzanotte o di quella del mattino di Natale, alle
quali non mancano (regola seguita anche dai mariti e figli
più renitenti agli insegnamenti religiosi). È una tradizione
che deve essere rispettata e gli italiani, si sa, sono molto
legati alle tradizioni.
Naturalmente, come in
Brasile, è una festa vissuta molto più intensamente dai
bambini, poiché gli adulti sanno bene quanto queste feste,
anche quelle religiose, siano diventate una mercificazione
di buoni sentimenti, di falsi abbracci fra falsi amici, di
parenti che non si sopportano nemmeno per un giorno e che
non vedono l’ora di salutare e andare via. Ma non rompiamo
la magia di ciò che ancora è magico! Io sono fra quelle
persone che vedono il Natale come quando ero bambina, con
gli occhi aperti di stupore e il cuore colmo di attese per
l’anno nuovo. E non è difficile mantenere questo spirito,
vivendo in una regione come l’Umbria, al centro dell’Italia,
a pochi chilometri da Assisi, città segnata, in ogni chiesa,
via, piazza, pietra e cortile dalla figura mansueta e dolce
di San Francesco, il Poverello. |
Non tutti sanno che fu San
Francesco ad inventare il presepio. Nei primi decenni del XIII
secolo, Francesco organizzò, con l’aiuto di pochi frati che lo
seguivano e degli abitanti di un paesino molto povero, nella
rustica grotta di Greccio, nell’Italia centrale, la prima
rappresentazione della sacra famiglia, con personaggi reali,
gente umile e semplice e alcuni animali per riscaldare dal
grande freddo di dicembre. Questo ha dato origine ad una
tradizione forte e sentita in questo paese, e non solo in
Italia. La rappresentazione spontanea si è perpetuata nei secoli
e ancora oggi sono molte le piccole città umbre che ripropongono
la tradizione, con decine di attori improvvisati e di figuranti
che mettono in scena, con vera partecipazione, la nascita di
Cristo.
Petrignano d'Assisi, Presepe vivente 2012
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Non c’è casa in Umbria senza il
suo presepe, il che esige tutto un rituale di preparazione, che
include un progetto sommario realizzato rigorosamente da
genitori e figli piccoli, la ricerca del materiale
(possibilmente naturale) nei ricchi boschi della regione, dove
le foglie secche per terra formano un tappeto marrone che
attutisce risate e passi. Il muschio raccolto coprirà dopo il
piano sul quale le figurine di ceramica (alcune antiche, passate
di generazione in generazione) sono collocate nell’attesa della
notte di Natale. E allora, quando tutto è pronto, chi affronterà
il gelido inverno della notte e uscirà per le strade e le case,
distribuendo regali, non è Babbo Natale, bensì Gesù Bambino –
proprio lui! – il Bambino Gesù in persona, che per l’occasione
avrà già provveduto a leggere tutte le migliaia di lettere
ricevute dai bambini di questo paese (sempre meno, in realtà,
visto che l’indice di natalità italiano è uno dei più bassi del
mondo) e saprà, con certezza, quel che dovrà regalare e a chi.
Castel San Gregorio d'Assisi, Presepe vivente 2014
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Si, perché a
coloro che durante l’anno hanno ricevuto rimproveri da genitori
e professori, per disubbidienza e comportamenti inadeguati, il
Bambino Gesù non mancherà di lasciare, insieme al desiderato
regalo, un fagottino nero di carbone (naturalmente, fatto di
zucchero,
ma sempre di carbone si tratta…), prova che anche Gesù, da
lassù, non smette di seguire il destino delle sue creature e di
giudicare e avvertire che ancora c’è tempo per pentirsi…
In verità, forse
saranno i bambini che penseranno, in questa e in altre notti:
“Chi merita un bel po’ di carbone sono i tanti adulti e genitori
che rubano l’infanzia del mondo…” Ma, si sa, la voce dei bambini
è flebile, non ha potenza o potere per arrivare alle orecchie di
chi comanda sui nostri destini, di chi delibera sulla pace e
sulle guerre, di chi decide chi dovrà vivere
o morire
nell’anno che entra. Attualmente, a quel che sembra, neppure
Gesù ha sufficiente voce per farsi sentire... Ma come spiegarlo
ai bambini, senza distruggere la magia del Natale?
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Vera Lúcia de Oliveira,
O Natal na Úmbria,
terra de São
Francisco
suplemento
VISÕES DISTINTAS DA PASSAGEM DO ANO,
Jornal UNESP, Ano XX,
dezembro 2006, n.218 |
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Alcuni (28) presepi
viventi in Umbria nel Natale 2013: Acquasparta,
Arrone, Calvi dell'Umbria, Cascata delle Marmore, Porzano (comprensorio
di Terni); Alviano, Lugnano in Teverina (comprensorio di Amelia);
Armenzano, Bettona, Castel San Gregorio, Petrignano (comprensorio di
Assisi); Avendita, Cerreto di Spoleto, Preci, San Pellegrino di Norcia
(comprensorio di Cascia); Passignano sul Trasimeno, Pozzuolo Umbro
(comprensorio di Castiglione del Lago); Volterrano (comprensorio di
Città di Castello); Cabesse, Marcellano, Rasaglia (comprensorio di
Foligno); Allerona, Ficulle, Monteleone d'Orvieto, Orvieto, Porano
(comprensorio di Orvieto); Fratta Todina (comprensorio di Todi). |