Tempio di Hera o "Basilica"

 


Hera (Giunone)

Sulle tracce degli antichi Greci
Claudio Maccherani, Perugia, 2020

07 - PAESTUM

 2 gennaio 2016 - [Claudio, Vera, Alfio, Eliane]

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Tempio di Poseidon, Vera ed Eliane


Tempio di Athena o Cerere

 

 

Tomba del Tuffatore

PAESTUM [75 foto]

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Detta dai Greci Poseidonia, dagli Italici Paistom o Paitos e dai Romani Paestum, la città fu fondata nel 600 a.C. da coloni greci provenienti da Sibari (a sua volta fondata nel 730 a.C. da greci provenienti dall'Acaia) in una zona abitata fin dal Paleolitico superiore e, nel VII secolo a.C., da genti indigene. Poco a sud del territorio occupato dagli Etruschi, la città prese il nome dal dio del mare Poseidon (Nettuno), raffigurato sulle monete d'argento coniate a partire dalla seconda metà del VI secolo a.C.  con la legenda POS. Ma la principale divinità venerata fu Hera (Giunone). L'assetto urbanistico è tipico delle città coloniali greche, con l'abitato diviso in ampie zone regolari all'interno di una cinta muraria, al centro i santuari urbani e l'agorà. Tre maestosi Templi (i più grandi di tutti quelli costruiti dai Greci, sia in Grecia che in Italia) sovrastano la pianura nella quale è sorta la città: il Tempio di Athena, il Tempio di Poseidone e il Tempio di Hera. Chi visita Paestum non può che rimanere incantato da questi tre magnifici templi dorici.

Intorno al 400 a.C. Poseidonia viene conquistata dai Lucani e prende il nome di Paistom. I conquistatori ne rispettano santuari, culti e tradizioni, con la sola eccezione del radicale mutamento nelle usanze funerarie. Nel corso del IV secolo a.C. la città raggiunse la massima espanzione demografica e una notevole fioritura artistica, evidente nella produzione di splendidi vasi a figure rosse e nelle vivacissime pitture funerarie. Verso la fine del IV secolo a.C. comincia a profilarsi la minaccia romana, che si concretizza nel 273 a.C. con la deduzione della colonia latina con il nome di Paestum. L'agorà greca fu dismessa e sostituita dal nuovo foro, i templi vennero rispettati e anche restaurati. Nel 30 a.C. venne costruita la Via Popilia (che collegava Capua a Rhegion, Reggio calabria), ma la città venne tagliata fuori da questa importante via di comunicazione e ciò ne arrestò lo sviluppo, relegandola al ruolo di piccola città di provincia, famosa per le sue rose inebrianti.

Nell'Alto Medioevo Paestum era ancora abitata, fino al VII secolo quando, impaludata e soggetta anche a incursioni dei Saraceni, fu abbandonata e gli abitanti si ritirarono sui monti di Capaccio.

Museo [85 foto]

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Il Parco archeologico comprende, oltre ai Templi e a tutti gli altri monumenti, anche il Museo Archeologico nazionale di Paestum, uno dei maggiori musei "di sito" italiani. Inaugurato nel 1952, il museo ha subito nel corso degli anni continui ampliamenti e ristrutturazioni, resi necessari dal susseguirsi delle eccezionali scoperte archeologiche. Il museo comprende, tra l'altro, reperti del Neolitico e del periodo Villanoviano, decorazioni architettoniche, sculture ed ex-voto del santuari di Hera (Heraion), metope del Tempio di Athena/Cerere, splendidi vasi attici in bronzo e in ceramica a figure rosse (molti realizzati dagli artisti locali Assteas e Python), vivaci affreschi funerari delle tombe lucane e la celebre Tomba del Tuffatore (480 a.C.), esempio unico di pittura greca della Magna Grecia.


Vera "archeologica"


metopa Ercole e i Cercopi


vaso attico a figure rosse


dipinto funerario


antefissa del Santuario Sud


Alfio, Vera ed Eliane

[Queste brevi note sono state realizzate con il contributo di Archeo Guide - L'Italia dei Greci (N.d.R.)]

dal 1998 il Sito Archeologico di Paestum è entrato a far parte della "World Heritage List - Patrimonio Mondiale dell'Umanità" UNESCO

Il Cilento, che si affaccia sulla costa tirrenica a sud di Napoli, tra il Golfo di Salerno e il Golfo di Policastro, è un paesaggio culturale di straordinario valore con testimonianze di insediamenti risalenti a 250.000 anni fa. Nei millenni il Cilento è stato ininterrottamente abitato, prima dagli agricoltori del Neolitico e dalle comunità dell’Età del Bronzo e del Ferro, successivamente da Etruschi, colonizzatori greci, Lucani, Romani. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e il conseguente disfacimento politico e sociale, il Medio Evo vide la rinascita dei centri abitate e delle vie di comunicazione.

Paestum, l’antica città greca di Poiseidonia, fondata alla fine del VII secolo a.C. e dedicata a Poseidone, dio del mare, conserva ancora oggi alcuni eccezionali templi dorici. La città, che ebbe un grande sviluppo commerciale, fu fondata dai coloni di Sibari, provenienti dalla città sulla costa ionica della Calabria non dal mare ma per le vie ancestrali che attraversavano i crinali delle montagne.

Velia, in greco Elea, nacque nel 540 a.C., quando una spedizione di coloni focesi, esuli dalla città di Focea (in Turchia), giunse sulla costa tirrenica della Lucania e sviluppò una città su un promontorio affacciato sul mare. La parte bassa della città fu in seguito abbandonata, mentre la parte alta fu abitata fino al Seicento. Nell’area dell’acropoli sono visibili i resti di un Tempio ionico, del teatro risalente al III secolo a.C. e delle Terme Adrianee (II secolo d.C.). Elea vide il fiorire di una scuola filosofica presocratica: la scuola eleatica. Parmenide ne fu il fondatore e Zenone fu il suo illustre discepolo. Entrambi nativi di Elea, sono considerati tra i maggiori filosofi greci, padri delle radici della razionalità occidentale.

La Certosa di San Lorenzo a Padula, nell’altopiano di Vallo di Diano, è il più vasto complesso monastico dell’Italia Meridionale nonché uno dei più interessanti in Europa per magnificenza architettonica e copiosità di tesori artistici.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1306 e proseguirono, con ampliamenti e ristrutturazioni, fino al XIX secolo. Dell'impianto più antico restano nella Certosa pochi elementi: tra questi si ricordano lo splendido portone della chiesa datato al 1374 e le volte a crociera della chiesa stessa. Le trasformazioni più rilevanti risalgono alla metà del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento. Seicenteschi sono gli interventi di doratura degli stucchi della chiesa, mentre gli affreschi e le trasformazioni d’uso di ambienti esistenti risalgono al Settecento

I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante il decennio francese del Regno di Napoli, allorché furono privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi interamente dispersi e il monumento conobbe uno stato di precarietà e abbandono. Dichiarato monumento nazionale nel 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno e nel 1982 sono cominciati i lavori di restauro.

Il Cilento riveste un grande valore culturale in quanto da sempre crocevia di importanti rotte di commercio e delle vie di comunicazione tra il Mar Tirreno e il Mar Adriatico, ma anche luogo di interazione culturale e politica nella preistoria e nel medioevo.

I lavori di costruzione iniziarono nel 1306 e proseguirono, con ampliamenti e ristrutturazioni, fino al XIX secolo. Dell'impianto più antico restano nella Certosa pochi elementi: tra questi si ricordano lo splendido portone della chiesa datato al 1374 e le volte a crociera della chiesa stessa. Le trasformazioni più rilevanti risalgono alla metà del Cinquecento, dopo il Concilio di Trento. Seicenteschi sono gli interventi di doratura degli stucchi della chiesa, mentre gli affreschi e le trasformazioni d’uso di ambienti esistenti risalgono al Settecento

I Certosini lasciarono Padula nel 1807, durante il decennio francese del Regno di Napoli, allorché furono privati dei loro possedimenti nel Vallo, nel Cilento, nella Basilicata e nella Calabria. Le ricche suppellettili e tutto il patrimonio artistico e librario andarono quasi interamente dispersi e il monumento conobbe uno stato di precarietà e abbandono. Dichiarato monumento nazionale nel 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno e nel 1982 sono cominciati i lavori di restauro.

Il Cilento riveste un grande valore culturale in quanto da sempre crocevia di importanti rotte di commercio e delle vie di comunicazione tra il Mar Tirreno e il Mar Adriatico, ma anche luogo di interazione culturale e politica nella preistoria e nel medioevo.


1969, Tempio Poseidone, Paestum


1969, Paestum

VIDEO:

I Templi di Paestum
2023 [2'27]

Paestum 2500 anni
dal drone, 2020 [2'04]

Ricostruzione 3D di Poseidonia, 2020 [10'53]

Una visita al Museo di Paestum, 2017 [3'16]

Le Tombe Lucane di Paestum, 2019 [19'32]

Claudio Maccherani, 2020