Santa Cristina, Paulilatino


Pozzo Sacro di Santa Cristina

Siti - NON etruschi - suggestivi
Sulle tracce degli Etruschi
Claudio Maccherani, Perugia, 2020

B - Pozzo Nuragico Sacro di Santa Cristina, Paulilatino

Sardegna, agosto 2000
[Claudio, Vera] -
19 FOTO


Pozzo Sacro di Santa Cristina, agosto 2000, Vera (foto ClaudioMaccherani)


Pozzo Sacro di Santa Cristina

Pozzo Sacro di Santa Cristina, Vera

Sardegna 2000 - POZZO SACRO di Santa Cristina di Paulilatino

 

Dopo Su Nuraxi a Barumini, sulla via del ritorno, seguendo le indicazioni di un segnale stradale, ci siamo casualmente imbattuti nel più incredibile, sorprendente e inquietante sito archeologico che abbia visto fino a ora: il POZZO SACRO della Dea Madre/Madre Terra (successivamente divenuto di Santa Cristina), a Paulilatino. Sono rimasto letteralmente a bocca aperta contemplando questo "impossibile" Pozzo Sacro, cercando di immaginare chi, quando e perché avesse costruito questo gioiello ingegneristico e astronomico. E con quali capacità e conoscenze. Ufficialmente è datato al I millennio a.C., ma ho paura che sia molto più antico. Comunque, se anche fosse del I millennio a.C., ci pone inquietanti interrogativi.

POZZO SACRO  [19 foto]

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Un affascinante e misterioso monumento archeologico nuragico è il pozzo sacro di Santa Cristina, dedicato alla "Dea Madre", nel comune di Paulilatino, in Sardegna. Il pozzo è circondato dalla natura e da ulivi secolari, dai resti di un villaggio nuragico che comprende un nuraghe monotorre e dal villaggio cristiano di Santa Cristina. In basalto locale, è costituito da un vano scala di 24 gradini discendenti a sezione tronco trapezioidale dai paramenti murari aggettanti, una cella ipogeica voltata ad ogiva (tholos) realizzata con anelli concentrici sovrapposti nella tipica tecnica isodoma ed un vestibolo, abbracciate da un themenos che delimita l'area sacra. L'ambiente ipogeico è decisamente sorprendente, la sua copertura ogivale si compone in cerchi concentrici di conci lavorati a faccia concava e inclinata. I 25 anelli che compongono l'ambiente poggiano su un basamento roccioso ben lavorato e pareggiato nel quale è ricavato un bacile cilindrico, scavato nella roccia viva. L'ogiva alta 6,92 m e dal diametro di 2,56 m è priva della pietra apicale di chiusura.

 Questo tipo di architettura è presente in molteplici edifici cultuali del "nuragico" del ferro: Su Tempiesu di Orune, Predio Canopolo di Perfugas, Noddule di Nuoro, Santa Vittoria di Serri, Is Cramoris di Escalaplano, Cuccuru is Arrius - Cabras, Monte carru - Alghero, Santa Anastasia 2 - Sardarasolo e altri. La sua perfezione lascia senza fiato e poco propensi a credere che tutto questo sia stato realizzato nel 1000 a.C. (età "ufficiale" del tempio/pozzo) da scalpellini che disponevano dei rozzi strumenti del tempo.  Nel pozzo di Santa Cristina il genio architettonico dei costruttori (genti nuragiche?) ha toccato il massimo livello. Il pozzo, dedicato alla "Dea Madre / Madre Terra", è una perfetta rappresentazione dell'apparato genitale femminile:  grandi labbra, piccole labbra, clitoride, vagina. Era legato ai culti dell'acqua (che arriva nel pozzo da una falda perenne che ne mantiene costante il livello), ma anche luogo di osservazione astronomica. Nei mesi di settembre (dal 21 al 23 alle ore 12.00) e di marzo (dal 18 al 21 alle ore 11.00), in occasione degli equinozi, il sole illumina il fondo del pozzo penetrando attraverso il vano scale e riflettendosi poi sull’acqua. Il sole, con i suoi raggi, si riflette sull’acqua del pozzo. In questa circostanza tutte le pareti del pozzo sono illuminate (di luce diretta o riflessa) e l’osservatore, dagli ultimi 6 scalini interni, può vedere la propria ombra riflessa sull’acqua e proiettata capovolta sulla parete della camera a tholos di fronte. Ancora più straordinario e misterioso è il fenomeno che riguarda la luna: ogni 18 anni e 6 mesi, quando la luna raggiunge la sua altezza massima, la sua luce attraversa l’apertura sulla sommità del pozzo, riflettendosi sull’acqua. Il particolare è importantissimo perché si riferisce alla durata esatta dell'Anno Lunare astronomico e si può equiparare al concetto di generazione. Ogni 18 anni una nuova generazione umana è pronta al concepimento, al rinnovamento della popolazione.


Pozzo Sacro, luogo di osservazioni
 astronomiche, solari e lunari

Per cominciare a capire quanto questo pozzo sia legato sia alla sfera (simbolica) del sacro che a quella del femminile, si può cominciare dal nome: Pozzo di Santa Cristina. Che una struttura dell’XI sec. a.C. sia ufficialmente associata ad una santa (dove per ufficialmente si intende sia l’ambito della religione cristiana che quello accademico archeologico), non è elemento da sottovalutare. E se la spiegazione superficiale è la presenza di una chiesetta campestre sita nelle adiacenze della struttura, chi si occupa di studiare le tracce del passato sa riconoscere un chiaro indizio di appropriazione tipico delle religioni dominanti (o meglio, subentranti), ovvero la pratica di inglobare elementi del culto precedente (in questo caso “pagani” o pre-cristiani) che da un lato garantiscono continuità e dall’altro evitano pericolosi strappi nel tessuto socio-culturale.


da "PREISTORIA IN ITALIA, La Civiltà della Dea in Italia",  15/12/2021

Gli altri importanti elementi sono: la rappresentazione vulvare, il tema della discesa nell’Aldilà, l’elemento purificatore dell’acqua, il tema del doppio e quello della scala (che portano alla doppia scala), quello del capovolto (il mondo di sopra come quello di sotto), la simbologia ctonia legata alla caverna, il sole, spesso identificato con il principio maschile, e la luna, considerata dalla maggior parte delle fonti più come principio femminile.

Il perimetro del pozzo sacro, che usando una infelice terminologia archeologica viene definito "a serratura di chiave", rappresenta una riproduzione ciclopica e piuttosto dettaglia direi, della vulva che, come le centinaia di reperti del Neolitico, statuette in primis, segnala possibili culti legati a divinità femminili o se non altro una sacralizzazione del corpo femminile.

Durante una scampagnata alll'Isola Polvese (Lago Trasimeno) del 14 agosto 2014 della V C del Liceo Scientifico "Galeazzo Alessi" di Perugia, maturità 1974, prima Claudio poi Pina, in maniera del tutto indipendente, parlano del Pozzo Sacro nuragico di Santa Cristina, a Paulilatino, in Sardegna: "Tempio dedicato alla Dea Madre, ha la struttura esatta dell'organo sessuale femminile (grandi e piccole labbra, vagina), vi si accede da una perfetta scala in pietra, al suo  interno c'è acqua, simbolo di fertilità, illuminata da un sovrastante foro. Il Pozzo sarebbe stato costruito seguendo sofisticati orientamenti astronomici."

Allo stupore e alla meraviglia manifestati da Claudio e da Pina nel raccontare la perfezione di quest'opera PREISTORICA, delle scale, delle pietre sovrapposte a secco e perfettamente squadrate, Lamberto fornisce la sua illuminante spiegazione immedesimandosi nel capomastro che da le indicazioni alle mestranze prima di iniziare la costruzione del Pozzo Sacro: "Ragazzi, mi raccomando, massima concentrazione, impegno e precisione. Qui si tratta di topa!"
Ecco svelato il mistero di tanta incredibile perfezione.
[chiedo scusa, ma non ho potuto resistere (N.d.R.)]

 

VIDEO:

Equinozio al Pozzo di Santa Cristina, 2017

Pozzo Santa Cristina
alta tecnologia, 2017

Pozzo Santa Cristina mistero nuragico, 2020

Incredibili anomalie al Pozzo di S.Cristina, 2022

L'enigama del Pozzo
di Santa Cristina, 2023

I Pozzi Sacri Nuragici
 2016

Ricostruzione 3D Pozzo Santa Cristina, 2017

Pietra magica atzeca e Pozzo S.Cristina, 2022

Archeologia sarda, i Pozzi Sacri Nuragici, 2022

La Civiltà Nuragica, Sovrintendenza, 2020

Claudio Maccherani, 2020