(by Claudio Maccherani, dicembre 2019)

 

LA REPUBBLICA,  18 dicembre 2019

Una mamma nigeriana ha perso la sua bambina di cinque mesi. Quando i medici all'Ospedale civile di Sondrio le hanno detto che per sua figlia non c’era più niente da fare, ha reagito con la prevedibile disperazione di una madre colpita dalla tragedia più grande. Questo però ha infastidito una quindicina di utenti dello stesso ospedale che hanno iniziato a lamentarsi e poi hanno offeso ripetutamente quella povera donna. A raccontarlo e condividerlo sui social network è Francesca Gugiatti, maestra elementare e consigliera comunale nel capoluogo della Valtellina.

"Qualcuno ha parlato di 'tradizione africana', altri di 'rito tribale' o 'rito satanico', qualcun'altra ha definito la madre devastata dal dolore una 'scimmia', per concludere con un uomo che ha sentenziato 'tanto ne sfornano uno all'anno'. Parole di un cinismo spaventoso. Che fanno raggelare il sangue. Che feriscono nel profondo, non solo quella donna a cui il destino ha appena strappato la figlia, ma tutte le persone perbene. Ma come si fa a essere così cattivi? come si fa a infierire davanti al dolore più grande?".

Questo racconto, scrive su Facebook la viceministra dell’Istruzione Anna Ascani fa davvero accapponare la pelle. Quelle parole intrise di odio razziale, di cinismo, di totale mancanza di empatia, ci descrivono un'umanità smarrita. Mi chiedo: se quelle urla disperate fossero state di una donna italiana, la reazione sarebbe stata la stessa? Non ci si vergogna più di essere razzisti. Anzi, lo si vuole esternare. Lo si vuole far sapere. Ci si vanta. Questo fa paura. Questo è il male del nostro tempo che dobbiamo combattere con tutta la nostra forza e determinazione. Non ci voltiamo dall'altra parte. Ribelliamoci a tanto cinismo. Restiamo umani! voglio esprimere la mia solidarietà e vicinanza totale a questa donna che ha perduto la figlia, e ringraziare chi, a differenza di altri, le è stata vicino. Non ci rassegniamo".

Sul caso interviene anche la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Da madre – scrive su Facebook - non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che un essere umano possa provare. Non ho parole, che schifo".

"La società civile si sta trasformando in qualcosa di mostruoso. Esseri non umani che hanno oltraggiato con viscide parole e incomprensibili rancori culturali la morte di una bambina di soli cinque mesi". E’ il commento del gruppo 5 Stelle alla Regione Lombardia. "E' un momento di grande tristezza - dice Raffaele Erba, consigliere M5S -. Questo clima inumano e razzista va stigmatizzato con tutte le forze. Vorremmo metterci a disposizione della famiglia e chiedere di contattarci per offrire un contributo per le spese funerarie a testimonianza che il nostro è e sarà un Paese civile e solidale. Inoltre chiediamo che Regione Lombardia decida finalmente di investire in politiche di inclusione, formazione a partire dalle scuole e campagne di sensibilizzazione che abbiano effetti concreti".

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/12/18/news/la_donna_insultata_in_ospedale_urlavo_per_mia_figlia_
sono_una_mamma_non_una_scimmia_-243809473/?ref=RHRS-BH-I243836228-C6-P17-S1.6-T1

 

«L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce ne è uno, è quello che è già qui, l'inferno che abbiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce fatale a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione ed apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, e farlo durare, dargli spazio.»

Italo Calvino - Città Invisibili - 1972

 

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by Claudio Maccherani