Umbria una bellissima regione al centro d'Italia
"i parchi naturali"
Claudio Maccherani, Perugia, 2016 |
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Parco Nazionale dei Monti Sibillini Parco Regionale del Monte Cucco |
Parco Regionale del Fiume Tevere Parco Regionale del Fiume Nera |
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Parco Nazionale dei MONTI SIBILLINI, 71.347 ettari, un'area protetta istituita nel 1988 che tutela il massiccio dei Monti Sibillini, gestita dall'Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini (con sede a Visso), si estende tra le regioni di Marche e Umbria e le province Ascoli Piceno, Fermo, Macerata e Perugia, dove comprende i comuni di Norcia e Preci. La dorsale appenninica che l'attraversa comprende, nel suo lato orientale, le Gole dell'Infernaccio e, nel suo lato orientale, i Piani di castelluccio. Comprende undici monti sopra i 2.000 m, con il Monte Vettore (2.476) che domina Castelluccio e quattro fiumi (Aso, Tenna e Fiastrone in Adriatico, Nera nel Tirreno). Sotto la cima del Monte Vettore c'è il Lago glaciale di Pilato, unico posto al mondo dove vive il Chirocefalo del Marchesoni (un piccolo crostaceo di colore rosso di 10 mm). La leggenda dice che nelle sue acque sarebbe finito il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio, chiuso in un sacco, affidato a un carro di bufali lasciati liberi di peregrinare senza meta e precipitato nel lago dalla Cima del Redentore. Accessibile dal lato orientale del massiccio, a 2.150 m, c'è la grotta della Sibilla, detta anche grotta delle Fate, secondo la leggenda il punto d'accesso al regno sotterraneo della regina Sibilla, un'antica sacerdotessa in grado di predire il futuro dalla quale hanno preso il nome i Monti Sibillini e di cui parla Andrea da Barberino nel suo romanzo Guerin Meschino. La Sibilla era circondata da Ancelle (le Fate della Sibilla) che vivevano con lei all’interno della Grotta, affascinanti creature che uscivano prevalentemente di notte e dovevano ritirarsi in montagna prima del sorgere dell’alba per non essere escluse dal regno incantato della Sibilla. [vedi anche sibilliniweb ->] |
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A Castelluccio di Norcia, a 1.452 slm, a giugno, ha luogo lo straordinario spettacolo della Fiorita. L'altopiano, 15 km2, si colora di verde, giallo, rosso, viola e bianco per la fioritura di genzianelle, papaveri, fiordalisi, margherite, narcisi, violette, asfodeli, trifogli e lenticchie i cui fiori lo ricoprono interamente. |
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Nel parco è possibile fare attività di escursionismo, arrampicata, Moutain Bike, maneggio e, nella sua parte umbra (Norcia e Castelluccio), rafting (sul fiume Corno, a Serravalle di Norcia) e volo libero (parapendio e deltaplano, a Castelluccio di Norcia). |
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Parco Regionale del MONTE CUCCO, sistema appenninico su cui svetta il Monte Cucco (m. 1.566), area naturale protetta di 10.480 ettari istituita dalla Regione Umbria nel 1995 comprendente i comuni di Costacciaro, Fossato di Vico, Scheggia & Pascelupo e Sigillo. Il terremoto del 1997 ha danneggiato numerosi edifici al suo interno. ll parco è caratterizzato da una situazione geologica conseguenza dell’immane scontro fra zolle continentali (africana ed eurasiatica) che qui più che altrove ha lacerato la crosta terrestre e fatto emergere ed innalzare alle massime quote le stratificazioni calcaree più profonde. Negli strati calcarei del Parco del Monte Cucco è scritta in modo più chiaro che da altre parti la storia dell’emersione della penisola italiana dall’antico Mar della Tetide. L’azione congiunta delle acque meteoriche e dei fluidi risalenti dal basso ha creato un territorio unico nel suo genere, dominato da imponenti pareti strapiombanti, quasi esclusivamente roccioso, aspro, dirupato, contorto, piegato, scolpito da profondissime incisioni fluviali, crivellato di grotte e voragini, accesso a sistemi sotterranei carsici che si sviluppano per chilometri, raggiungendo profondità straordinarie. Il Parco è meta di una vivace attività speleologica ed è una delle più importanti mete di volo libero (deltaplano e parapendio). Nell'agosto 2011 vi sono stati disputati i campionati del mondo di deltaplano |
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Parco Regionale del MONTE SUBASIO, 7.400 ettari, istituito nel 1995, comprende il territorio del Monte Subasio (1.290 m), le cui pendici intercettano i comuni di Assisi, Spello, Nocera Umbra e Valtopina. II Subasio è caratterizzato da evidenti fenomeni carsici che danno luogo a doline, fessurazioni, affossamenti e cavità sotterranee. Tra queste ci sono i mortari (avvallamenti a forma di conca) quali quelli di Mortaro Grande, Mortaiolo e Mortaro delle Trosce. Presso l'eremo delle Carceriri di Assisi si trova un orrido, pure di origine carsica, così come lo sono le numerose grotte che si aprono lungo il fianco del monte e che furono frequentate da eremiti. Notevoli anche l'Abbazia di San Benedetto e l'Abbazia di San Silvestro. |
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Alle falde del Monte Subasio i singolari paesi di Collepino e Armenzano, due caratteristici borghi medievali murati. Molto frequentata è l'attività di volo libero (parapendio e deltaplano). |
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Parco Regionale di COLFIORITO, 338 ettari, istituito nel 1995, interessa l'altopiano di Colfiorito, nel comune di Foligno, con quasi 100 ha di palude, inserita nella Convenzione di Ramstar come "uno dei migliori esempi di zona umida dell'Italia centrale ed uno dei pochissimi in buono stato di conservazione delle conche carsico-tettoniche appenniniche". Ricca la fauna del parco, tra cui il tarabuso, l'airone rosso, la cannaiola, il germano reale, la folaga e la gallinella d'acqua. Tra le attività, escursionismo, equitazione, Moutain Bike. Tra i prodotti tipici, famosa è la patata rossa di Colfiorito |
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Di notevole interesse sono il grande sistema dei CastellieriPlestia (o Pistia o Plestina), il santuario di Santa Maria di Pistia (su resti di tempio romano), i monasteri e i romitori di S.Andrea di Gracciano e di S.Angelo di Bagnara, il MAC (Museo Archeologico di Colfiorito) |
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PEGLIA e SELVA DI MEANA, 4.535 ettari, istituito nel 2000, il Parco di Monte Peglia e Selva di Meana - S.T.I.N.A. (Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale) - comprende i comuni di Allerona, Castel Viscardo, Fabro, Ficulle, Montegabbione, Monteleone d'Orvieto, Orvieto, Parrano, San Venanzo, Todi. Lo S.T.I.N.A. è un sistema territoriale, comprensivo di aree naturali protette, aree di particolare interesse naturalistico, faunistico e paesaggistico, raccordato con la pianificazione a livello locale, provinciale e regionale. Le tre aree naturali protette, separate tra loro, sono quella di Allerona-Selva di Meana, quella della Melonta-Bosco dell'Elmo (molto interessante sotto il profilo floristico-vegetazionale) e quella di San Venanzo (che comprende anche una zona vulcanologica). L'ambiente montano del Gruppo Peglia è caratterizzato da cerrete e pinete e comprende una ricchissima flora di oltre un migliaio di specie. |
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zafferano |
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San Venanzo "umbriatourism.it" ® |
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Parco Regionale del LAGO TRASIMENO, 12.200 ettari, il più grande dei parchi regionali umbri, istituito nel 1995, comprende il Lago TrasimenoCastiglione del Lago, Magione, Panicale, Passignano sul Trasimeno, Tuoro) e anche altri comuni della Comunità Montana Monti del Trasimeno (Bettona, Cannara, Città della Pieve, Corciano, Deruta, Marsciano, Paciano, Piegaro). Ricca è l'ittofauna del lago: lucci, carpe, tinche, persici reali, anguille e altri; estinte, negli anni novanta per la concorrenza dell'importato triotto padano, le laschette o rovelle. La "storia" del Trasimeno ha almeno ventimila anni, da quando al termine del paleolitico gruppi di cacciatori inseguivano le loro prede sulle sue sponde, lasciando traccia del loro passaggio in una delle più antiche sculture a tuttotondo, la "Venere del Trasimeno". Millenni dopo sorsero i più antichi stanziamenti neolitici umbri risalenti almeno al V millennio a.C. Tra il XXIV e il XII secolo a.C., come testimoniano i ritrovamenti all'oasi di San Savino, altre strutture abitative sorsero sulle sponde e sulle acque del lago. Prodotti tipici, oltre quelli ittici, sono la fagiolina del Trasimeno e le cannine, un tempo usate per impagliare sedie, fiaschi e damigiane. Un'attività praticata intensivamente nel Parco del Trasimeno è la vela. Di notevole bellezza e interesse le isole (Maggiore e Polvese), le sponde del lago e le colline |
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Da sempre l'attività prevalente degli abitanti il bacino del lago è stata la pesca. Tra il quattrocento e il cinquecento si praticava la singolare pesca "dei tori", consistente nel depositare cumuli di fascine nelle acque del lago per poi circondarli di reti nelle quali restavano impigliati i pesci che vi si erano rifugiati. Altri sistemi tipici di pesca sono quelli del Tofo, dell'Altana e della Fila. |
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Il 20 giugno del 217 a.C., nei pressi dell'attuale Tuoro sul Trasimeno, si svolse la famosa battaglia del Trasimenoo in cui Annibalee, forte di 40.000 uomini, sbaragliò i 25.000 legionari romani del console Caio Flaminio, 10.000 dei quali morirono in battaglia. |
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TEVEREGola del Fiorello e Lago di Corbara). Comprende i comuni di Alviano, Baschi, Guardea, Montecastello di Vibio, Montecchio, Orvieto e Todi.
II parco Fluviale del
Tevere è un valido esempio di integrazione tra ambiente umano e ambiente
naturale. L'antropizzazione discreta del territorio non ha alterato i
valori della natura tanto che quest'area e la città di Todi sono state
dichiarate dall'Università del Kentucky come ideali per la loro
vivibilità. La fauna è particolarmente ricca soprattutto nell'Oasi di
Alviano, ambiente adatto alla nidificazione e alla sosta di uccelli
migratori. Nei rilievi caprioli, daini e cervi. Lungo il Tevere
vegetazione di tipo fluviale, soprattutto ontani, salici, pioppi. Sui
rilievi sono presenti ampie formazioni di macchia mediterranea: notevoli
la macchia di Campione e della Pasquarella. Inoltre boschi di latifoglie
(lecci, cerri) e aghifoglie. Ampi spazi sono occupati dal paesaggio
agrario. Sito di pregio per la vegetazione acquatica è l'Oasi WWF
di Alviano.
(tratto da "umbrianonline.com") |
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Oasi WWF del Lago di Alviano, con i suoi 900 ettari di estensione è una delle più grandi Oasi del WWF e comprende i comuni di Guardea, Alviano, Montecchio e Civitella d'Agliano (VT). L'Oasi è nata nata nel 1963 (formalizzata nel 1990) in seguito allo sbarramento del fiume Tevere realizzato dall'ENEL (fatto per regolamentare le acque del Lago di Corbara al fine di produrre energia idroelettrica) che ha favorito la nascita di varie zone paludose e di un bosco igrofilo, attirando numerose specie di uccelli acquatici (svasso, tarabusino, airone bianco maggiore, cavaliere d'Italia, falco pescatore, cormorano). |
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Sono oltre 10.000 gli esemplari che ogni anno vi si fermano scegliendo l'oasi come rifugio per la riproduzione. Oltre agli uccelli, tra le altre specie protagoniste dell'Oasi ci sono pesci (pesce gatto, carpa), anfibi (tritone crestato, rana dalmatina) e mammiferi (scoiattolo, cinghiale, volpe, istrice, tasso, nutria). |
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All'interno dell'Oasi, per promuovere l'attività educativa, è presente il Centro di Educazione Ambientale "Oasi di Alviano", con uno stagno didattico dove si svolgono anche attività di ricerca scientifica. L'Oasi fa parte del Parco Fluviale del Tevere che comprende anche il Lago di Corbara e le Gole del Fiorello. L'Oasi è particolarmente attrezzata per le visite didattiche ed offre alle scuole un pacchetto formativo, che unisce alla visita guidata, anche lo studio della vita delle acque dolci con una attività laboratoriale. È aperta dal 1 settembre al 31 maggio, dalle 10 fino al tramonto tutte le domeniche e festivi. Altri giorni su prenotazione. |
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alla scoperta di quel messaggio di perfetta armonia tra Uomo e Creato che San Francesco insegnò al mondo proprio a partire da questi luoghi. - See more at: http://www.fondoambiente.it/Cosa-facciamo/Index.aspx?q=-bosco-di-san-francesco-bene-fai#sthash.PGdQMDDR.dpuf alla scoperta di quel messaggio di perfetta armonia tra Uomo e Creato che San Francesco insegnò al mondo proprio a partire da questi luoghi. - See more at: http://www.fondoambiente.it/Cosa-facciamo/Index.aspx?q=-bosco-di-san-francesco-bene-fai#sthash.PGdQMDDR.dpuf |
"'volpe e anatre", Oasi WWF di Alviano |
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Parco Regionale del FIUME NERA, 2.460 ettari, comprende i comuni di Arrone, Ferentillo, Montefranco, Polino e Terni. È un parco costruito intorno alle acque: il fiume Nera (per circa 20 km), i suoi maggiori affluenti (Fosso di Rosciano, Fosso di Ancajano, Fosso di Castellone – Salto del Cieco), la confluenza del fiume Velino, la Cascata delle Marmore. Numerose le attività sportive: canoa e kayak, rafting, hydrospeed, torrentismo - canyoning, arrampicata - scuola di roccia free climbing, speleologia, mountain bike, trekking, escursionismo a cavallo, pesca. |
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La flora è variegata: olivi; boschi di latifoglie; graminacee; macchia mediterranea - lecci, pini d'Aleppo, corbezzoli. Pianta rarissima ed endemica l'efedra nebrodense (Ephedra major o Ephedra nebrodensis), esempio di flora superstite dell'era terziaria, di cui si registrano solo poche stazioni in Italia, tra cui le zone rupicole più recesse del Parco. La fauna si distingue in due categorie: quella dei corsi d'acqua, quale la trota fario, e quella di montagna, che annovera rapaci come biancone e gheppio e, nelle zone più impervie e solitarie, il gatto selvatico e la martora. Migliaia i pipistrelli che, durante l'inverno, si rifugiano nelle grotte della Cascata delle Marmore. |
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FAI - Bosco di San Francesco - Assisi, 64 ettari, 800 anni di storia, acquisito nel 2008 dal FAI (Fondo per l'Ambiente Italiano) grazie a una donazione di Intesa San Paolo, il cui restauro è iniziato nel 2010, è uno splendido esempio di paesaggio rurale italiano, "un vero e proprio cammino interiore alla scoperta di quel messaggio di perfetta armonia tra Uomo e creato che San Francesco insegnò al mondo proprio a partire da questi luoghi". Dalla Basilica - Sacro Convento, passando per la Selva di San Francesco tra boschi di caprino, acero, quercia roverella e olivi si giunge all'ex-convento di monache benedettine del XIII secolo di cui resta la chiesa di Santa Croce, un mulino del XII secolo, i ruderi del monastero di Santa Croce e dell'ospedale Hospitalis Pontis Gallorum, il Ponte dei Galli sul fiume Tescio e l'antica torre-opificio Annamaria dalla quale si può ammirare il "Terzo Paradiso", una straordinaria opera di Land Art del Maestro Michelangelo Pistoletto. "Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra, / la quale ne sustenta et governa, / et produce diversi fructi con coloriti fiori et herba" (dal Cantico delle Creature, San Francesco, 1224). alla scoperta di quel messaggio di
perfetta armonia tra Uomo
e Creato che San Francesco insegnò al mondo proprio a
partire da questi luoghi. - See more at:
http://www.fondoambiente.it/Cosa-facciamo/Index.aspx?q=-bosco-di-san-francesco-bene-fai#sthash.PGdQMDDR.dpuf
alla scoperta di quel messaggio di
perfetta armonia tra Uomo
e Creato che San Francesco insegnò al mondo proprio a
partire da questi luoghi. - See more at:
http://www.fondoambiente.it/Cosa-facciamo/Index.aspx?q=-bosco-di-san-francesco-bene-fai#sthash.PGdQMDDR.dpuf
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Bosco di San Francesco "Wikipedia" ® |
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Parco Naturale del MONTE TEZIO, parco comunale di Perugia di 135 ettari che si sviluppa intorno a Monte Tezio, 961 metri di altezza, amorevolmente curato dall'associazione culturale "Monti del Tezio" e gestito dalla "Comunità Montana Monti del Trasimeno". Il Tezio, sede di antichissimi insediamenti umani come recenti indagini archeologiche hanno evidenziato, sarebbe stato un monte sacro agli etruschi, dedicato alla temibile dea Teti (figlia di Urano e di Gea, legata alle forze primordiali della natura, sorella e moglie di Oceano, madre delle Oceanine che governavano le acque dei fiumi, come il vicino Tevere). I fianchi del monte, al confine dei comuni di Perugia, Corciano e Umbertide, sono coperti di quercia di roverella e olmo, carpino, orniello e pinete di diverse specie di conifere, mente la sommità, spoglia di alberi, è a prato. Durante la seconda guerra mondiale sulla sommità del monte si schiantarono in tempi diversi due aeroplani, uno tedesco ed uno americano. |
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A quota 917 i resti di antiche "neviere", grotte naturali e artificial < i nelle quali in inverno veniva costipata la neve che, protetta da uno strato di paglia, si poteva utilizzare in estate: il ghiaccio, tagliato in blocchi con l'accetta, veniva avvolto in sacchi di iuta e trasportato a valle a dorso di mulo per essere utilizzato in ospedale o venduto alle persone più abbienti, attività questa documentata fin dal 1669. Suggestivi e "vissuti" i borghi e i castelli del Tezio: Colognola, la Pievuccia, la Rabatta, Migiana, castello dell'Oscano, castello di Antognolla, castel Procoio, il Romitorio di Santa Maria, Monte Nero. Tra le attività, escursionismo, equitazione, Moutain Bike. |
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equitazione a Monte Tezio |
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