Sulle tracce degli Etruschi

Claudio Maccherani, Perugia, 2014

la lingua degli ETRUSCHI

 

Secondo i filologi, la lingua etrusca, di antichissime origini, nella sua struttura basilare non � riconducibile a nessun ceppo linguistico conosciuto e la sua provenienza rimane un enigma (e questo � dovuto anche al fatto che i pochi reperti scritti etruschi conosciuti, tra i quali non figurano testi letterari, sono quasi esclusivamente epigrafi). Per� diverse parole etrusche, come Veltha (il nome del principale dio etrusco), sono di matrice indoeuropea. La scrittura � in genere da destra verso sinistra, ma anche da sinistra a destra e talvolta procede in modo bustrofelico.

Oltre alle numerosissime epigrafi funerarie delle necropoli (circa 10.000), i documenti scritti pi� interessanti sono il Cippo Perugino, la Tabula Capuana, le Lamine di Pyrgi e il Rotolo della Mummia di Zagabria (a ulteriore riprova degli intensi rapporti intercorsi tra Etruschi ed Egizi).

Cippo Perugino

 

Il Cippo di Perugia � un cippo in travertino fu rinvenuto nel 1822 sul colle di San Marco, presso Perugia e oggi conservato presso il Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria, a Perugia. La parte rifinita e levigata che sporgeva dal terreno, mostra l'eccezionale iscrizione etrusca redatta nell'alfabeto usato nell'Etruria settentrionale e in particolare a Perugia tra il III e il II sec. a.C., si svolge da destra a sinistra per 24 righe sulla faccia principale, e prosegue per altre 22 righe sul fianco sinistro. Il testo � un un atto giuridico tra le famiglie Velthina (di Perugia) e Afuna (di Chiusi), riguardante la ripartizione o l'uso di una propriet� sulla quale si troverebbe una tomba gentilizia dei Velthina.

Tabula Capuana

 

La Tavola Capuana o Tegola di Capua, � una tavoletta in terracotta di 60 � 50 cm risalente alla prima met� del V secolo a.C. scoperta nel 1898 sotto il suolo di Santa Maria Capua Vetere, l'antica Capua, oggi � conservata presso lo Staatliche Museen di Berlino.

Il testo � suddiviso in 10 sezioni incise con una scrittura molto simile a quella in uso in Campania a met� del V secolo a.C., sebbene il testo trascritto sia molto pi� vecchio.

Sembrerebbe un calendario rituale, con l'anno suddiviso in 10 mesi a cominciare dal mese di marzo (in Etrusco Velxitna). Tentativi di decifrazione sono basati sulla supposizione che il calendario prescriva certi riti in certi giorni dell'anno, in certi luoghi e per certe divinit�.

Rotoli della Mummia di Zagabria

 

Il Liber Linteus (Zagrabiensis), conosciuto come Mummia di Zagabria o Liber Agramensis, � il pi� lungo testo in lingua etrusca di cui disponiamo (circa 1200 parole) e il solo libro esistente. Si tratta di un drappo di lino suddiviso in dodici riquadri rettangolari che era stato utilizzato per bendare la mummia di una donna del periodo Tolemaico, ritrovata in Egitto a met� del XIX secolo dal croato dal croato Mihail de Brari� ed ora conservata Museo Archeologico di Zagabria.

Il testo del libro si riferisce ad un calendario rituale che specifica le cerimonie da compiere nei giorni prestabiliti in onore di varie divinit�. Le prescrizioni di carattere religioso sono tipiche dell'area tra Perugia, Cortona e Lago Trasimeno. La scrittura, molto precisa e accurata, � quella in uso nell'Etruria settentrionale tra il III e il lI secolo a. C.   

Lamine di Pyrgi

 

Le Lamine di Pyrgi, attualmente conservate al Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma, sono tre documenti incisi su lamine d'oro rinvenute l'8 luglio 1964 durante una campagna di scavo diretta da Massimo Pallottino presso Santa Severa nel sito etrusco di Pyrgi (porto di Caere Vetus - Cerveteri).

Le tre lamine, che risalgono alla fine del VI o all'inizio del V secolo a.C., contengono un testo in lingua fenicia e due in lingua etrusca che testimoniano la consacrazione del tempio alla dea fenicia Astarte (Uni-Astarte) da parte di Thefarie Velianas, supremo magistrato della citt� di Caere Vetus, ma non sono propriamente dei testi "bilingue" in quanto presentano alcune differenze di contenuto.

 

Alfabeto e breve dizionario etrusco (tratto da "I segreti ... degli Etruschi", Ente Regionale Parco di Veio)

 

Curiosit�: la gorgia toscana (la tipica "C" aspirata della toscana centrale: coca cola = oa ola) sarebbe un fenomeno derivante dal sostrato etrusco. Si tratterebbe di un adattamento della fonetica propria della lingua etrusca al volgare latino ed al latino tardo, soprattutto ecclesiastico, che si evolver� poi nel toscano e nell'italiano. In Toscana l'etrusco con i suoi dialetti, soprattutto nelle campagne, rimase lingua madre almeno fino alla fine del II secolo d.C., seppure corrotto dalla lunga convivenza con il latino che veniva imparato come seconda lingua. Successivamente le forme etrusche furono sempre pi� abbandonate e sostituite da quelle latine, ma l'antica pronuncia lasci� traccia nelle famose �aspirate toscane�.

  

by Claudio Maccherani, 2014