Secondo i filologi, la
lingua etrusca, di antichissime origini, nella sua struttura basilare
non � riconducibile a nessun ceppo linguistico conosciuto e la sua
provenienza rimane un enigma (e questo � dovuto anche al fatto che i
pochi reperti scritti etruschi conosciuti, tra i quali non figurano
testi letterari, sono quasi esclusivamente epigrafi). Per� diverse
parole etrusche, come Veltha (il nome del principale dio
etrusco), sono di matrice indoeuropea. La scrittura � in genere da
destra verso sinistra, ma anche da sinistra a destra e talvolta procede
in modo bustrofelico.
Oltre alle numerosissime
epigrafi funerarie delle necropoli (circa 10.000), i documenti scritti
pi� interessanti sono il Cippo Perugino, la Tabula Capuana,
le Lamine di Pyrgi e il Rotolo della Mummia di Zagabria (a
ulteriore riprova degli intensi rapporti intercorsi tra Etruschi ed
Egizi).
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Cippo
Perugino
Il Cippo di
Perugia � un cippo in travertino fu rinvenuto nel 1822 sul
colle di San Marco, presso Perugia e oggi conservato presso
il Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria, a Perugia. La
parte rifinita e levigata che sporgeva dal terreno, mostra
l'eccezionale iscrizione etrusca redatta nell'alfabeto usato
nell'Etruria settentrionale e in particolare a Perugia tra
il III e il II sec. a.C., si svolge da destra a sinistra per
24 righe sulla faccia principale, e prosegue per altre 22
righe sul fianco sinistro. Il testo � un un atto giuridico
tra le famiglie Velthina (di Perugia) e Afuna
(di Chiusi), riguardante la ripartizione o l'uso di una
propriet� sulla quale si troverebbe una tomba gentilizia dei
Velthina. |
Tabula Capuana
La Tavola Capuana
o Tegola di Capua, � una tavoletta in terracotta di 60 � 50 cm
risalente alla prima met� del V secolo a.C. scoperta nel 1898
sotto il suolo di Santa Maria Capua Vetere, l'antica Capua, oggi
� conservata presso lo Staatliche Museen di Berlino.
Il testo �
suddiviso in 10 sezioni incise con una scrittura molto simile a
quella in uso in Campania a met� del V secolo a.C., sebbene il
testo trascritto sia molto pi� vecchio.
Sembrerebbe un
calendario rituale, con l'anno suddiviso in 10 mesi a cominciare
dal mese di marzo (in Etrusco Velxitna). Tentativi di
decifrazione sono basati sulla supposizione che il calendario
prescriva certi riti in certi giorni dell'anno, in certi luoghi
e per certe divinit�. |
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Rotoli della Mummia di Zagabria
Il Liber Linteus
(Zagrabiensis), conosciuto come Mummia di Zagabria o Liber
Agramensis, � il pi� lungo testo in lingua etrusca di cui
disponiamo (circa 1200 parole) e il solo libro esistente. Si
tratta di un drappo di lino suddiviso in dodici riquadri
rettangolari che era stato utilizzato per bendare la mummia di
una donna del periodo Tolemaico, ritrovata in Egitto a met� del
XIX secolo dal croato dal croato Mihail de Brari� ed ora
conservata Museo Archeologico di Zagabria.
Il testo del libro
si riferisce ad un calendario rituale che specifica le cerimonie
da compiere nei giorni prestabiliti in onore di varie divinit�.
Le prescrizioni di carattere religioso sono tipiche dell'area
tra Perugia, Cortona e Lago Trasimeno. La scrittura, molto
precisa e accurata, � quella in uso nell'Etruria settentrionale
tra il III e il lI secolo a. C. |
Lamine di Pyrgi
Le Lamine di Pyrgi,
attualmente conservate al Museo Etrusco di Villa Giulia, a Roma,
sono tre documenti incisi su lamine d'oro rinvenute l'8 luglio
1964 durante una campagna di scavo diretta da Massimo Pallottino
presso Santa Severa nel sito etrusco di Pyrgi (porto di Caere
Vetus - Cerveteri).
Le tre lamine, che
risalgono alla fine del VI o all'inizio del V secolo a.C.,
contengono un testo in lingua fenicia e due in lingua etrusca
che testimoniano la consacrazione del tempio alla dea fenicia Astarte (Uni-Astarte) da parte di
Thefarie
Velianas, supremo magistrato della citt� di Caere Vetus, ma
non sono propriamente dei testi "bilingue" in quanto presentano
alcune differenze di contenuto. |
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Alfabeto e breve dizionario etrusco
(tratto da "I segreti ... degli Etruschi", Ente Regionale Parco di Veio)
Curiosit�: la gorgia
toscana (la tipica "C" aspirata della toscana centrale: coca cola =
oa
ola) sarebbe un fenomeno derivante dal sostrato etrusco. Si tratterebbe
di un adattamento della fonetica propria della lingua etrusca al volgare
latino ed al latino tardo, soprattutto ecclesiastico, che si evolver�
poi nel toscano e nell'italiano. In Toscana l'etrusco con i suoi
dialetti, soprattutto nelle campagne, rimase lingua madre almeno fino
alla fine del II secolo d.C., seppure corrotto dalla lunga convivenza
con il latino che veniva imparato come seconda lingua. Successivamente
le forme etrusche furono sempre pi� abbandonate e sostituite da quelle
latine, ma l'antica pronuncia lasci� traccia nelle famose �aspirate
toscane�. |